mercoledì 23 febbraio 2011

Separare i gemelli

Ieri abbiamo avuto la conferma che a settembre ci saranno due prime classi elementari ( il paese è piccolo e fino ad ora ce n'era solo una ) di circa 14 bambini.
Questa notizia mi ha molto confortato perchè penso che pochi bambini possano essere seguiti con più attenzione e "maternità" ... forse sono troppo protettiva, ma Loro mi sembrano ancora così piccole nonostante abbiamo già rimandato di un anno l'iscrizione a scuola .
Ma ora si presenta un'altro interrogativo: separarle o no?
Il mondo "psicologico" dei gemelli pare essere molto insidioso e con diversi rischi di cui tener conto ... leggendo in giro, quindi, devo proprio dire che non ho trovato grandi rassicurazioni in merito ma "guardando" in casa nostra la situazione mi sembra tranquilla e serena . 
E se non "vedo" bene? E se sbaglio irrimediabilmente? Non si tratta di caramelle ma di un equilibrio che se compromesso segnerà la Loro vita ...
Da mamma, l'idea di separarle si accomuna a quella di farle soffrire, di metterle in difficoltà ma poi leggo del rischio di "chiusura eccessiva della coppia", di difficoltà nel processo identificativo personale o nel progettare ed attuare situazioni in cui la separazione sia implicita, ma anche competitività e conflittualità estreme ecc.
 Al momento, però, tutto questo sembra  non esserci ( anche a detta delle insegnanti che trovo molto attente e sensibili ) ma è anche vero che fino a quando hanno dormito insieme (  un paio di mesi fa ), riuscivano a litigare anche di notte e si svegliavano al mattino già arrabbiate con tutto il mondo.


Adesso, invece, nonostante dicano che il loro lettone era più bello, si alzano sorridenti e questo sembra riflettersi su tutta la giornata!
E allora? Cosa facciamo?
Beh, nella mia ignoranza in materia psicologica e con la se pur breve esperienza di mamma ... ho chiesto a Loro ... coinvolgerle, fin dove possibile,  nelle scelte che le riguardano credo che sia importante; con l'asilo ci ha dato grandi soddisfazioni quindi non c'è motivo per credere che ora sia diverso.

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